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Raffaele Mattioli e la politica

di Sandro Gerbi
Febbraio 2020 - n. 2

Raffaele Mattioli (1895-1973) ha dovuto confrontarsi con il mondo politico in momenti anche difficili, specie sotto il fascismo. Dopo una prima fase di interesse per d’Annunzio, con la partecipazione all’impresa di Fiume (1919-1920), Mattioli ha sempre nutrito sentimenti antifascisti, tollerato però da Mussolini, anche dopo essere stato nominato Amministratore delegato della Comit (1933). Infatti, pur essendo al corrente delle sue simpatie, il duce ne apprezzava la competenza tecnica e ne conosceva bene il ruolo determinante nel salvataggio della banca. Dopo la guerra, Mattioli ha continuato a guidare la Comit dialogando allo stesso tempo con Benedetto Croce e Palmiro Togliatti, sempre manifestando sentimenti progressisti, come rivelano soprattutto le sue famose relazioni annuali agli azionisti. Perfetta la definizione che ha dato di lui il poeta Eugenio Montale: «un keynesiano bordeggiante a sinistra».

 

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