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anno 100
 

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Pubblicato il Rapporto ABI di Luglio

TASSI DI INTERESSE SULLA RACCOLTA
Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a giugno 2023 è in aumento al 3,23% dallo 0,29% di giugno 2022 (ultimo mese prima dell'inizio dei rialzi dei tassi d'interesse ufficiali), con un incremento di 294 punti base. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso a giugno 2023 è pari al 3,63% dall'1,31% di giugno 2022, con un incremento di 232 punti base.
A giugno 2023, il tasso praticato mediamente sul totale dei depositi in essere (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è 0,73% (0,32% a giugno 2022).Il tasso praticato sui soli depositi in conto corrente è 0,32% (0,02% un anno prima), tenendo conto che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento 

TASSI DI INTERESSE SUI PRESTITI
I tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento registrano le seguenti dinamiche:

  • a giugno 2023 il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato il 4,27% (2,05% a giugno 2022, con un incremento di 222 punti base, era il 5,72% a fine 2007);
  • a giugno 2023 il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 4,86% (1,44% a giugno 2022, con un incremento di 342 punti base, era il 5,48% a fine 2007);
  • a giugno 2023 il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,25% (2,21% a giugno 2022, con un incremento di 204 punti base, era il 6,18% a fine 2007.

MARGINE TRA TASSO SUI PRESTITI E TASSO SULLA RACCOLTA
Il margine (spread) sulle nuove operazioni (calcolato come differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie, a giugno 2023, risulta 188 punti base (143 punti a giugno 2022, prima del rialzo dei tassi di interesse ufficiali).

Il margine (spread) fra il tasso medio sul totale dei prestiti e quello medio sul totale della raccolta a famiglie e società non finanziarie, cioè che considera anche le operazioni di finanziamento e raccolta del risparmio effettuate prima del rialzo dei tassi della BCE, a giugno 2023 risulta 332 punti base (335 punti base prima della crisi finanziaria, a fine 2007).

DINAMICA DELLA RACCOLTA DA CLIENTELA
La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche (sia in gestione sia detenuti direttamente dalla clientela), rileva un incremento di oltre 213 miliardi tra maggio 2022 e maggio 2023, di cui 118,7 miliardi riconducibili alle famiglie, 27,0 alle imprese e il restante agli altri settori (imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).
In Italia, a giugno 2023, la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima (+14,3%).
I soli depositi, nelle varie forme, sono scesi sempre a giugno 2023 del 4,1% rispetto a un anno prima.
La dinamica della raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata a giugno 2023 in calo del 2,3% su base annua .

DINAMICA DEI PRESTITI BANCARI E INVESTIMENTI IN TITOLI DI STATO
A giugno 2023, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dell'1,5% rispetto a un anno prima (crescevano del 3,2% a giugno 2022), mentre a maggio 2023 avevano registrato un calo dell'1,0%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 2,9% e quelli alle famiglie erano cresciuti dello 0,8% (cfr. Tabella 4). Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d'Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).
Con riferimento agli investimenti in titoli, a maggio le banche operanti in Italia detenevano titoli di stato italiani per 380 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 372,8 miliardi detenuti a fine 2022.

QUALITÀ DEL CREDITO
Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a maggio 2023 sono state 15,3 miliardi di euro, in aumento di circa 1,1 miliardi rispetto a dicembre 2022. Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), il calo è di 73,5 miliardi.
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è in aumento allo 0,89% a maggio 2023 rispetto allo 0,81% di dicembre 2022; era al 4,89% a novembre 2015.
 

   

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