Archivio sommari » Bancaria - Aprile 2020 » Autovalutazione dell’esposizione aziendale al rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo
La numerosità dei clienti e dei rapporti, il ricorso a soluzioni tecnologiche sempre più avanzate, la riduzione delle succursali e del personale hanno reso difficoltosa una approfondita conoscenza diretta della clientela, alla base dei processi di adeguata verifica e di segnalazione delle operazioni sospette. Per l’adempimento dell’obbligo di autovalutazione spesso gli intermediari si affidano a società esterne, che gestiscono i data base aziendali e i diagnostici per l’individuazione delle operazioni sospette e raccolgono i dati necessari anche con questionari. Si tratta di una soluzione apprezzabile che, peraltro, non può comportare un totale affidamento ai risultati ottenuti applicando algoritmi e automatismi, deresponsabilizzando i soggetti obbligati, i quali devono essere in grado di comprendere le logiche di elaborazione dei dati e di poterne dimostrare la validità.