Archivio sommari » Bancaria - Giugno 2024 » Demografia e giovani in Italia. Una nuova emergenza?
La crisi demografica italiana ha raggiunto negli ultimi anni una nuova dimensione, entrando al centro del dibattito politico e generando nuove preoccupazioni. Con meno di 400.000 nascite all'anno ed un forte invecchiamento della popolazione, l'Italia mostra una chiara involuzione anche rispetto agli altri paesi europei. Bancaria ha sempre riservato una particolare attenzione ai fenomeni demografici, che impattano profondamente sull'economia, sull'educazione, sul risparmio e la previdenza, in definitiva sulle possibilità di sviluppo. Pubblicando negli ultimi anni numerosi articoli di alcuni fra i maggiori demografi italiani (v. box) che hanno delineato autorevolmente le criticità e le possibili politiche ed aree sulle quali intervenire. In questo numero di Bancaria ci concentriamo su un tema fondamentale, quello dei giovani, pubblicando tre interventi di autorevoli demografi. Ringraziamo in particolare l'Associazione Marcello De Cecco, il grande economista scomparso nel 2016, che ha organizzato nell'autunno scorso a Lanciano un importante convegno dedicato ai temi demografici più attuali, al quale hanno partecipato gli autori di questo Speciale. Francesca Luppi e Alessandro Rosina della Cattolica delineano l'importanza di un nuovo ruolo dei giovani e l'esigenza di ridisegnare il welfare, con la collaborazione tra comunità e territori e pubblico e privato. Sviluppando nuovi progetti intergenerazionali e puntando a un welfare meno assistenzialistico, ma più sostenibile e tecnologico. Francesca Bettio dell'Università di Siena analizza le recenti politiche per la famiglia nei paesi occidentali, da quelle tradizionali come i congedi, i servizi all'infanzia e i trasferimenti monetari alle famiglie, ad altre in ambito sanitario e abitativo. Con l'obiettivo di misurarne l'efficacia relativa e capire quanto l'Italia possa ragionevolmente sperare di ottenere nel medio periodo. Francesca Tosi dell'Università di Bologna sottolinea che il potenziale dei giovani è oggi limitato da elevata disoccupazione, bassi salari e precarietà lavorativa. Sempre più giovani istruiti emigrano per cercare migliori opportunità, impoverendo i territori di origine. Per questo è cruciale favorire la transizione scuola-lavoro, incentivare il ritorno dei giovani emigrati e attuare politiche per il lavoro dignitoso e il miglioramento delle prospettive di vita.