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Federico Caffè e la memoria di un’Italia abbandonata

di Antonio Quaglio
Settembre 2024 - n. 9

In Dove la luce Federico Caffè decide di congedarsi dal mondo dopo aver conosciuto un clochard di piazza San Pietro. Durante la Settimana santa lo segue in Abruzzo, terra nativa di entrambi, dove in un borgo montano ambedue sembrano trovar pace per i loro tormenti. Il clochard, però, muore: anche se da uomo liberato. Il Professore, invece, all'ultima pagina è ancora vivo e il lettore intuisce che sta risorgendo a una nuova vita. Caffè ha intanto maturato il suo gesto estremo in un diario, steso in forma di lettere indirizzate a una donna lontana: in realtà specchio ideale e risonanza spirituale di Simone Weil, nome alto ed emblematico nella cultura europea del Novecento. Non da ultimo, la voce narrante – la scrittrice Carmen Pellegrino – entra essa stessa nel «caso Caffè»: in un gioco di flash-forward indossa i panni dell'allieva postuma del Professore, lasciandosi guidare da lui nel riannodare la propria storia italiana sullo sfondo della Storia dell'Italia cui Caffé ha voluto voltare la spalle in modo così drammatico.

 

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