Archivio sommari » Bancaria - Febbraio 2020 » La progressività dell’imposta sul reddito: ascesa, declino e prospettive
Nel Novecento, l’imposta personale progressiva sul reddito complessivo ha avuto una rapida ascesa e poi un lento declino, divenendo e rimanendo ancora oggi la fonte principale di entrata nella maggior parte dei paesi industrializzati. Tra le cause della sua ascesa vi sono le spinte dei movimenti sociali, l’estensione del suffragio elettorale, le due guerre mondiali, la rivalità con l’Unione Sovietica, più che l’influenza delle teorie economiche. L’alto grado di progressività, accentuato dalla Grande Inflazione degli anni Settanta e Ottanta, fu accompagnato fin dall’inizio da un gran numero di trattamenti tributari differenziati sotto svariate forme di erosione della base imponibile e di elusione e evasione dell’imposta. Questa corsa verso rifugi fiscali di ogni forma e natura ha raggiunto uno dei più alti e disordinati livelli nel caso italiano, con un eccezionale aumento (tra il 1975 e il 2015) della pressione tributaria, che non ha riscontri in alcun altro paese dell’area Ocse. L’affannosa ricerca di protezione da questo «cataclisma fiscale», ricorrendo a svariate forme di erosione, elusione ed evasione, è stata favorita dalla struttura molto frammentata dell’attività produttiva e dell’occupazione, e dalla inadeguatezza dei controlli. Il proliferare dei trattamenti tributari differenziati ha stravolto la progressività dell’imposta, con conseguenze negative sulla crescita economica e la coesione.