Archivio sommari » Bancaria - Giugno 2022 » Le cancellazioni dal listino azionario di Borsa Italiana: un’analisi sul periodo 2002-2021
L’elevato numero di cancellazioni sulla Borsa italiana è uno dei temi più discussi negli ultimi anni. Complessivamente Piazza Affari ha raggiunto il valore record di 407 aziende quotate, grazie alla crescita di Euronext Growth Milan (già Aim Italia), ma le imprese quotate sul listino principale sono in costante declino. Questa ricerca propone un’analisi delle società (ben 336, di cui 268 del listino principale) che sono uscite nell’ultimo ventennio (2002-2021). I dati mostrano che le cancellazioni sono dovute a motivi eterogenei, non sempre riconducibili a una disaffezione, individuando 4 gruppi omogenei: 1. le società obbligate a lasciare la Borsa per mancanza di requisiti e che hanno riscontrato difficoltà rilevanti, con performance deludenti prima del delisting; 2. le aziende acquisite da soggetti esterni, con ricavi e margini positivi prima dell’acquisizione, assieme a buoni rendimenti di mercato; 3. le aziende delistate in ottica di una riorganizzazione societaria interna, che rimangono però parte di un gruppo quotato; 4. le società in cui il delisting avviene volontariamente e per le quali si osserva un trend calante nei ricavi e negli utili.